Squid Game e Genitorialità

Ecco cosa ne penso..

Per chi vivesse su Marte, Squid Games è una serie televisiva in onda su Netflix.

La serie tratta di personaggi in banca rotta che vengono arruolati in un gioco per provare a sanare i propri debiti finanziari.

La sfida è vincere a giochi tipici della nostra infanzia, come 1,2,3 Stella e simili, pena la morte… si avete letto bene, la morte !!


È vietata la visione ai minori di 14 anni ma dalle ultime notizie di cronaca sembrerebbe che gli spettatori abbiano un’età molto inferiore e proverebbero ad emulare alcune delle scene della serie sudcoreana !!


Da qui parte subito e quasi d’istinto la critica a quei genitori incoscienti, assenti, incapaci che permettono di vedere cose simili ai propri figli (ammesso che sapessero già di cosa si trattava).


Credo che siano davvero pochi i genitori che avrebbero permesso la visione di questa serie prima in classifica qualora l’avessero vista prima dei loro figli.


Penso che qui andiamo ben oltre il mancato controllo dei genitori (tutti incapaci e incoscienti?).


I genitori, anch’essi dei personaggi arruolati ma nel gioco genitoriale, vivono nella totale assenza di politiche sociali che possano permettere di conciliare al meglio famiglia e lavoro (ammesso che questo ci sia) e nell’insicurezza economica di un lavoro a tempo determinato, a progetto, o simile incastrando i tempi dei grandi e dei piccoli, a volte senza la possibilità di nessun aiuto.

Genitori che sono a casa, la maggior parte delle ore, ma in smart-working (spesso più del dovuto) e non riescono a dedicare le giuste attenzioni che un figlio deve avere.


È ovvio che un bambino di 8 anni non deve vedere certe cose e che il cervello non è pronto a elaborare nel modo giusto alcune scene ma altrettanto ovvio è che fare i genitori non è affatto una cosa facile e spesso e volentieri ce ne dimentichiamo.

Viola Calò

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR II Livello