"Se puoi curare, cura; se non puoi curare, lenisci il dolore; se non puoi lenire il dolore, consola."
(Ippocrate)
Lavorare in ambito ospedaliero durante una pandemia sottolinea ancor di più il contatto con il dolore, il lutto e la paura di non riuscire nel proprio operato.
L’emergenza epidemica prodotta dal virus Covid-19 pone in modo particolare gli operatori sanitari ad un disagio psicologico importante.
Il disagio non è limitato solo all’interno dell’orario lavorativo, tra le corsie di un ospedale ma potrebbe protrarsi nel contesto familiare diminuendo la qualità della vita dell’operatore e della propria famiglia.
I camici bianchi spesso immersi in situazioni di disorganizzazione e turni massacranti, considerati eroi ma allo stesso tempo untori, sono i lavoratori che sopportano più pressioni psicologiche.
Il senso di colpa di aver contagiato di Covid un proprio familiare a casa oppure il dolore di restare chiusi in una stanza in isolamento non favorisce l’elaborazione della sofferenza per evitare ulteriori successivi problemi psicologici.
Ansie e paure possono tradursi in atteggiamenti dannosi e lesivi per se stessi e per i propri assistiti, con un supporto psicologico è possibile superare le avversità di questo periodo così difficile.
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